Cosa vuol dire No Hate Speech

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In molti si chiedono in queste ore proprio cosa significhi quel **”Hate Speech”** di cui molti parlano dal dibattito suscitato proprio dalla Boldrini, nel [seminario omonimo][1] a Montecitorio, che ha cercato di mettere qualche paletto sulla questione.
A fianco della presidente della Camera c’erano nomi di primo piano, come quello di Stefano Rodotà, e di Luca Sofri, blogger chiamato a moderare il dibattito. Il seminario ha colto l’occasione della presentazione della campagna del Consiglio d’Europa “No Hate Speech”, affidata al Vice-Segretario Gabriella Battaini-Dragoni, mentre la campagna nazionale è stata illustrata dal ministro delle Pari Opportunità, Josefa Idem.

Anche da persone che reputo “illuminate” tecnologicamente arrivano una serie di affermazioni che non posso pensare originino da persone intelligenti. Prima, quindi, di buttarci a capofitto nei luoghi comuni del populismo da quattro soldi analizziamo insieme cosa significhi esattamente **”Hate Speech”**.

> Hate speech is, outside the law, communication **that vilifies a person or a group** based on **discrimination against that person or group**.
In law, hate speech is any speech, gesture or conduct, writing, or display which is forbidden because it may incite violence or prejudicial action against or by a protected individual or group, or because it disparages or intimidates a protected individual or group. The law may identify a protected individual or a protected group by certain characteristics. *(da [Wikipedia][2])*

Il termine **Hate Speech** quindi ha una **connotazione precisa** mutuata proprio dalla lingua a cui è stato preso a prestito: si definisce **Hate Speech** infatti la **comunicazione su tutti i mezzi** che **denigra una persona o un gruppo basandosi sulla discriminazione** di quel gruppo o quella persona.
E’ una accezione completamente differente dal mero “insulto” che sono convinto sia chiara: non è per nulla il divieto di urlare “incazzatevi!” come molti dicono con un esempio (permettetemi) un po’ dozzinale, ma l’incitamento alla violenza contro una persona e/o un gruppo sulla base di precise discriminazioni.

A tale proposito, peraltro, la **International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR)** si è già pronunciata, affermando:

> “… any advocacy of national, racial or religious hatred that constitutes incitement to discrimination, hostility or violence shall be prohibited by law”.

E se proprio dobbiamo essere onesti con noi stessi credo che non faticheremo a trovare ben più di un barlume di verità nelle parole del ministro per le Pari opportunita’, Josefa Idem:

> Bisogna mettere in guardia gli utenti dall’uso distorto del web con la segnalazione dei siti che propagano rabbia e bullismo. La prevenzione e’ la miglior terapia.

Che, in realtà, non è altro che il mio monito che finisce ogni articolo: *estote parati*.

Per maggiori info:

* L'[Articolo di WebNews][1]

[1]: http://www.webnews.it/2013/06/10/hate-speech-dibattito-deludente-a-montecitorio/
[2]: https://en.wikipedia.org/wiki/Hate_speech

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

di Matteo Flora

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