Matteo Flora su Wired “Lo strano caso del latino e dei messaggi cifrati su Google Translate”

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La sempre gentile [Carola Frediani][carola] *(avete comperato il sui [libro sul Deep Web][carola], vero?)* mi ha chiesto di parlare di [Covert Channel][covert] per un [articolo di Wired][1] in merito alla [controversa traduzione][krebs] “particolare” dei testi di “[Lorem Ipsum][lorem]”.

> Ma che cos’è un covert channel? “È un modo per trasferire pezzi di informazione attraverso processi o percorsi che non dovrebbero autorizzarli”, spiega a Wired.it Matteo Flora, esperto di Rete e tra i primi ad aver notato con interesse la segnalazione. “Un sistema per aggirare una policy di sicurezza che non ti consentirebbe di trasferire determinati tipi di dati”. ([qui][1])

Trovate il resto dell’articolo [a questo indirizzo][1] mentre, per approfondimento:

* Una bella paginetta di Wikipedia sui [Covert Channels][covert]
* L’articolo originario di [Krebs on Security][krebs]
* Che cos’è il [Lorem Ipsum][lorem]

In merito, invece, alla mai frase che chiude il pezzo, forse si può spendere qualche parola in più:

> “Qualunque sia la spiegazione – conclude Flora – la vicenda fa comunque capire quali siano le potenzialità per sovvertire un sistema e come sia possibile farlo anche alla luce del sole”. ([qui][1])

Anche nei tempi del Deep Web, infatti, le potenzialità di un covert channel accessibile in qualunque momento e senza particolari software installati è comunque fondamentale: usare Google Translate come covert channel (indipendentemente dal fatto se questo sia il caso o meno) ha potenzialmente un grande senso.

L’utilizzo del sito, infatti, non desta alcun tipo di sospetto ed anche il messaggio inviato (un pezzo di lorem ipsum) non desterebbe alcun sospetto.
Inoltre sarebbe possibile navigare direttamente utilizzando le funzioni di traduzione integrate in qualunque browser di ultima generazione, ed accedere quindi ad informazioni “alternative” senza la necessità né di installare ed utilizzare particolari software *(che potrebbero lasciare tracce di installazione o di navigazione visibili)*, né accedendo a siti “particolari” o “dedicati” per la cifratura *(che lascerebbero comunque tracce della navigazione)*.

Detto questo, nel caso di specie sono anche io propenso, come molti, a pensare ad un mero errore nella traduzione non supervisionata.

Estote parati.

[1]: http://www.wired.it/attualita/tech/2014/08/22/latino-google-translate-messaggi-cifrati/
[carola]: http://www.quintadicopertina.com/index.php?option=com_content&view=article&id=311:deep-web-la-rete-oltre-google&catid=46:polinformazione&Itemid=65
[krebs]: http://krebsonsecurity.com/2014/08/lorem-ipsum-of-good-evil-google-china/#more-27291
[covert]: http://en.wikipedia.org/wiki/Covert_channel
[lorem]: http://it.lipsum.com/

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

di Matteo Flora

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
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